Intro o estro?

Quante volte vi siete chiesti nei colloqui di selezione se fosse più giusto scegliere un candidato introverso o estroverso? In questo articolo vi suggeriamo una pillola del nostro esperto di Human Capital, Luca Fenati, parte del team di Universitybox.

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INTRO O ESTRO?

In questo articolo vi suggeriamo una pillola del nostro esperto di Human Capital, Luca Fenati, parte del team di Universitybox.

All’interno del team, Luca cura dall’analisi alla progettazione della strategia fino alla determinazione degli strumenti per creare e realizzare un Employer Branding Strategy efficace e di medio e lungo periodo, coerente ed adeguata.

Il curriculum di Luca è ampio, con molteplici esperienze di consulenza in realtà multinazionali complesse e gestione di team internazionali ed è proprio questo sapere che fa da collante con gli altri membri del team che si occupano della parte di comunicazione e di marketing con particolare focus sul mondo dei Millennials.
Quante volte vi siete chiesti nei colloqui di selezione se fosse più giusto scegliere un candidato introverso o estroverso? Certo, ci sono profili che si prestano ad essere ricoperti dagli estroversi e altri dagli introversi, ma chi dei due avrà più successo? L’estroversione o l’introversione non sono di per sè fattori di successo o insuccesso, né lavorativi né sociali.
Se prendiamo il loro significato, non rappresentano capacità delle persone (che sono dettate da altri fattori come l’intelligenza, la motivazione, le competenze), ma rappresentano bisogni di comportamento.
Detto in modo in modo semplice ed estremo: un introverso talentuoso e con desiderio di affermazione sociale, sarà sempre più capace nei rapporti di un estroverso auto-centrato e poco intelligente.
Prese in modo puro, invece: l’estroverso ha un bisogno dell’espressione visibile e più rapida rispetto ad un introverso, che ha tempi diversi nella creazione delle relazioni, ed un livello di selettività maggiore.

Forzando un po’ la mano potremmo dire che sul breve l’estroverso ha più abilità sociali e relazionali dell’introverso, ma sul lungo potrebbe essere un’altra partita.
Sul lavoro le due caratteristiche hanno esattamente lo stesso potenziale di riuscita: perché non determinano la qualità delle persone, ma il modo in cui le persone usano le loro qualità.
Esiste però un fattore culturale, laddove in un paese come l’Italia, il manager estroverso è nella immagine conscia/inconscia più “cool” del manager introverso. In altri paesi, ad esempio quelli Scandinavi, spesso non è così.

Vuoi chiedere un consiglio a Luca sul mondo dei talenti, dei Millennials?

Il tuo collega HR sarà lieto di rispondere, scrivi una mail a  talent@universitybox.com[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]